martedì 23 aprile 2019

La nostra storia: il 25 aprile

Fra pochi giorni è il 25 aprile. La festa della liberazione dal nazi-fascismo, dal fascismo e dal nazismo che aveva invaso l'Italia dopo l'8 settembre 1943.

Andiamo a ripercorrere quei giorni. Ma prima dobbiamo fare un passo indietro...


8 settembre 1943


«Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.»

Questo era il proclamo radiofonico del presidente del Consiglio Badoglio dell'armistizio firmato il 3 settembre con gli anglo-americani. Badoglio era stato nominato capo del governo il 25 luglio dello stesso anno, dopo lo sbarco delle forze Alleate in Sicilia e la successiva caduta di Mussolini e del fascismo.
Questo armistizio fu firmato in gran segreto e reso pubblico solo qualche giorno dopo prima dal generale americano Eisenhower a Radio Algeri e un'ora dopo da Badoglio.

Il re Vittorio Emanuele III, il principe Umberto e i vertici militari e politici fuggirono a Pescara, poi Brindisi, liberata dagli Alleati, dove resteranno fino alla fine della guerra, e lì istituirono il "Regno del Sud" e ottennero lo status di "cobelligerante" dichiarando guerra alla Germania Nazista.

I tedeschi, appresa la notizia, invasero subito la penisola addirittura fino a sud di Roma, approfittando della disgregazione dell'esercito italiano: il comunicato di Badoglio non aveva dato ordini precisi su cosa fare: arrendersi o combattere contro i nazisti? 
La velocità dei nazisti, aiutati anche da una pianificazione anticipata, sorprese i soldati italiani, che furono deportati, fucilati o uccisi vin combattimenti fino alla morte, come la Divisione Aqui a Cefalonia.

Molte divisioni rimasero fedeli al fascismo, al contrario altre scelsero di rimanere fedeli alla famiglia reale.
Già il 10 settembre il ''Oberkommando der Wehrmacht", il comando supremo delle forze tedesche,dichiarava:
«Le forze armate italiane non esistono più...»

Mussolini, imprigionato, fu liberato da paracadutisti tedeschi e il 23 settembre fondava la "Repubblica sociale italiana" o "Repubblica di Salò" per aiutare i nazisti nel combattere gli anglo-americani.

Da lì fino al 25 aprile la storia ci racconta della disfatta del nostro Paese, una guerra civile sanguinosissima e del coraggio di migliaia di italiani che combatterono a lungo per la liberazione.


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Questa è una mappa della Campagna d'Italia: la linea Gustav fu la prima linea difensiva dei nazi-fascisti. Caduta dopo lo sbarco ad Anzio e delle battaglie di Cassino, i tedeschi cercarono di difendere Roma, che cadde il 5 giugno 1944, quasi contemporaneamente allo Sbarco in Normandia. Liberata Firenze a inizio settembre 1944, le difese naziste si instaurarono sulla Linea Gotica. Ultimo tentativo di resistenza, ma la storia era già stata scritta...

Il 25 aprile il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l'insurrezione generale di tutte le forze partigiane in tutto il Nord Italia: qualche giorno prima erano state liberate Genova (21 aprile) e Bologna (23 aprile). 
Venezia sarà liberata il 28 aprile e i partigiani presero il controllo di Milano e Torino, ancor prima degli Alleati.
Ovunque le manifestazioni di gioia furono incredibili:


Torino



Bologna



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Milano

Mussolini e alcuni gerarchi fascisti cercarono la fuga andando verso la Svizzera, ma furono catturati a Giulino di Mezzegra il 27 aprile, fucilati il giorno successivo e poi esposti i corpi in Piazzale Loreto a Milano.

Il 29 aprile 1945 fu firmata la Pace di Caserta, che imponeva la ritirata di tutte le forze tedesche dal territorio italiano e non solo, ed entrò in vigore il 2 maggio.

La Festa della Liberazione venne ufficialmente stabilita il 27 maggio 1949 con la legge 260 in materia delle ricorrenze festive.

I numeri dei morti sono molto alte: si parla di più di 300.000 vittime sia per gli Alleati sia per i nazisti, mentre le vittime italiane furono 35.000 partigiani, 10.000 persone (anche civili) uccise in rappresaglie naziste, ad esempio le Fosse Ardeatine, e di 65.000 morti per bombardamenti. Numeri impressionanti. Circa 800.000 furono gli internati italiani nei campi di prigionia (o peggio, di concentramento) nazisti, catturati dopo l'8 settembre.

Questa giornata ricorda il coraggio, l'amore verso la patria e le vittime di chi ha combattuto contro un nemico tiranno e per liberare il proprio Paese. Ed è un vero peccato vedere moltissime persone non conoscere o non interessarsi a questa giornata o alla nostra Storia. A molti ragazzi, ad esempio, non interessa la storia. E invece dovrebbe interessare!
Dovrebbero conoscerla e comprenderla per capire meglio il passato e quindi il presente.
Dove vogliamo andare? Verso una società che non conosce il proprio passato, che lo disprezza e che non ne vuole sapere? 
La Storia è il nostro passato, di tutti, e senza passato non c'è presente, e senza presente non c'è futuro. Bisogna analizzare il passato per non cadere in errore. Com'è il detto, "sbagliando s'impara"?
Ecco, questo è uno degli scopi della storia: migliorare il presente e di conseguenza il futuro. Perché noi giovani siamo il futuro, è naturale, ma se non conosciamo il passato e restiamo con scarse conoscenze di ciò che eravamo, ahimè, il futuro non sarà il migliore.

Questa è solo una piccola infarinatura di cosa e come è stata la liberazione d'Italia dal fascismo. 
Ma ricordatevi: il 25 aprile è un'occasione per sentirsi più italiani.


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Davide Crudele




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