22 novembre 2008.
È un giorno normale al
liceo scientifico Darwin di Rivoli. Nella classe IV G è appena cominciato
l’intervallo, tutti i ragazzi escono, Vito si attarda un attimo. All’improvviso
arriva una folata di vento.
Il soffitto crolla.
80 kg per metro quadro. Sopra
un ragazzo.
Sopra Vito.
21 novembre 2019.
È una uggiosa giornata
novarese, c’è un cielo grigio e una pioggia che va e viene.
L’incontro alla caserma
Passalacqua “Caro Vito ti scrivo…” sta per iniziare e cominciano ad arrivare
gli ospiti: tra di loro c’è una guerriera, non è né una spartana né un
gladiatore, ma è una persona come tutte le altre: si chiama Cinzia Caggiano, la
mamma di Vito.
Ho avuto il piacere di
scambiare due parole con lei: <<Combatto per la giustizia, per Vito, per
l’amore di un figlio, per scuole più sicure>> dice Cinzia <<Le
battaglie che non abbiamo fatto noi da giovani è giusto che cominciamo a farle
noi adesso. I responsabili di questa tragedia siamo tutti noi: siamo noi
genitori, le istituzioni, perché sapevamo come erano messe le scuole. Qualche
volta>> continua la madre <<le scuole sono considerate un deposito,
l’importante è che ci sia un banco, una sedia e che i figli vadano a scuola.
Invece no. Questa non è normalità.>>
<<La sicurezza
delle scuole>> dice l’assessore comunale Mario Paganini <<sta molto
a cuore alle istituzioni: quest’anno il MIUR ha stanziato 40 milioni di euro
più altri 26 per consentire agli enti locali di presentare entro marzo 2020 progetti
riguardanti appunto la sicurezza nelle scuole>>.
La responsabilità, come
ha detto Cinzia Caggiano, è di tutti noi, chi più, chi meno: dobbiamo
denunciare, protestare, indignarci, lottare.
Perché lo spirito di Vito
è con noi.
Perché forse quella
pioggerellina ci ha bagnato lo spirito e ci ha aperto il cuore.
Davide Crudele
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