domenica 1 dicembre 2019

Vito vive

22 novembre 2008.

È un giorno normale al liceo scientifico Darwin di Rivoli. Nella classe IV G è appena cominciato l’intervallo, tutti i ragazzi escono, Vito si attarda un attimo. All’improvviso arriva una folata di vento.
Il soffitto crolla.

80 kg per metro quadro. Sopra un ragazzo.

Sopra Vito.

21 novembre 2019.
È una uggiosa giornata novarese, c’è un cielo grigio e una pioggia che va e viene.
L’incontro alla caserma Passalacqua “Caro Vito ti scrivo…” sta per iniziare e cominciano ad arrivare gli ospiti: tra di loro c’è una guerriera, non è né una spartana né un gladiatore, ma è una persona come tutte le altre: si chiama Cinzia Caggiano, la mamma di Vito.
Ho avuto il piacere di scambiare due parole con lei: <<Combatto per la giustizia, per Vito, per l’amore di un figlio, per scuole più sicure>> dice Cinzia <<Le battaglie che non abbiamo fatto noi da giovani è giusto che cominciamo a farle noi adesso. I responsabili di questa tragedia siamo tutti noi: siamo noi genitori, le istituzioni, perché sapevamo come erano messe le scuole. Qualche volta>> continua la madre <<le scuole sono considerate un deposito, l’importante è che ci sia un banco, una sedia e che i figli vadano a scuola. Invece no. Questa non è normalità.>>
<<La sicurezza delle scuole>> dice l’assessore comunale Mario Paganini <<sta molto a cuore alle istituzioni: quest’anno il MIUR ha stanziato 40 milioni di euro più altri 26 per consentire agli enti locali di presentare entro marzo 2020 progetti riguardanti appunto la sicurezza nelle scuole>>.
La responsabilità, come ha detto Cinzia Caggiano, è di tutti noi, chi più, chi meno: dobbiamo denunciare, protestare, indignarci, lottare.

Perché lo spirito di Vito è con noi.

Perché forse quella pioggerellina ci ha bagnato lo spirito e ci ha aperto il cuore.


Davide Crudele




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