sabato 6 luglio 2019

La Tribolazione

Facciamo un gioco. Immaginate di essere catapultati in un altro paese, con lo stesso lavoro, la stessa moglie e i vostri due figli.
Ora immaginate di prendere lo stipendio e di andare in un bar: volete comprare una lattina di coca-cola. 
Tirate fuori il portafoglio e guardate dentro: avete 5000 bolivàr, il vostro stipendio guadagnato e sudato dopo un mese di duro lavoro. 
Il barista vi chiede cosa volete. Voi rispondete che volete una lattina di coca-cola, quindi lui la prende (se ce l'ha). Successivamente vi dice il prezzo: "6000 bolivàr".

No, non è uno scherzo. Questa è la realtà che ogni venezuelano vive in questi ultimi anni. Almeno la popolazione civile. Sicuramente non i militari e Maduro.



La situazione in Venezuela non è una fantasia, non è esasperata: è la pura, ahimè, realtà. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto il popolo venezuelano combatte contro un'economia che ormai non esiste più, l'assenza dei beni di prima necessità, come medicine ma anche cibo e acqua.
Definirla una situazione disperata è quasi sminuire il dramma venezuelano.
Il presidente, anzi, il dittatore Maduro ha venduto il paese ai narcotrafficanti, alle influenze cinesi, arabe e anche cubane. Non ha venduto solo il Paese, ma anche le anime di tutti i venezuelani onesti che lavorano tutti i giorni, per più di dieci ore e alla fine prendono uno stipendio che è minore del valore di una misera lattina di coca-cola.

Questa è la disperazione. Questo significa essere venduti da un dittatore, in quanto tale, senza scrupoli. Questa è la tribolazione. Il termine "tribolazione" viene dalla Bibbia, dal libro dell'Apocalisse: è il momento della venuta del diavolo sulla Terra.

Il Venezuela, dal 1998, dall'elezione del presidente Hugo Chavez, fino ad oggi con Nicolas Maduro, vive una gravissima crisi economica: l'inflazione ha raggiunto il 1000000 %. Ad oggi, 28 giugno 2019, 1 euro è pari a 282502 bolivàr. Noi non ci rendiamo conto. Lo stipendio medio di un mese è 5000 bolivàr. Saremmo ricchi. Ricchissimi. 
Ma se cambiassimo lo stesso euro già il giorno dopo, ci saremmo impoveriti: ogni giorno il bolivàr si svaluta sempre di più. 

Il 20 agosto 2018 "La Stampa" ha pubblicato un articolo dove dice che un rotolo di carta igienica costava ben 2,6 milioni di bolivàr. 2,6 milioni! Di seguito il video:




Come il video spiega, Maduro, nell'estate del 2018, aveva attuato una riforma fiscale per cercare di ridurre l'iperinflazione: si toglievano cinque zeri dalla moneta nazionale, ormai svalutata, ed entrava in vigore la nuova valuta: il bolivàr sovrano, ancorato come valore alla criptovaluta petro. 
Ma è servita a ben poco. Non ha cambiato nulla, anzi ha peggiorato le condizioni di vita del popolo venezuelano ridotto alla fame. Si stima che la perdita di peso media si aggiri intorno agli 11 kg. Se il peso medio di una persona è di 80 kg, allora la perdita di peso sarà del 13,75 %!

L'ONU stima che il numero degli esuli sia di circa 4 milioni, ma questa cifra è molto al ribasso. 4 milioni da quando Maduro è salito al potere nel 2013,  a questo numero però ,bisogna aggiungere più di 7 milioni di persone che sono fuggite nei paesi vicini o in Italia avendo il passaporto italiano. Circa 80.000 persone emigrano nei paesi confinanti ogni giorno.

Una di queste è Marinellys Tremamunno: giornalista, italo-venezuelana e scrittrice.
Sono stato alla presentazione del suo ultimo libro, "Venezuela, l'Eden del Diavolo", a Milano, il 27 giugno.
In questo libro intervista undici vescovi e due cardinali della Chiesa venezuelana che, fortunatamente, anche in questa situazione è rimasta unita senza divisioni al suo interno. 
Vi invito con piacere a leggerlo. Sarà disponibile in libreria a partire dall'11 luglio.

Parlando della situazione puramente politica, il Venezuela ha due presidenti: Nicolas Maduro, eletto non senza brogli nelle elezioni del 20 maggio 2018, è contestato dal presidente dell'Assemblea Nazionale Juan Guaidò: Guaidò ha cominciato questa protesta appellandosi alla Costituzione, specificamente all'articolo 233: in questo modo si è proclamato presidente ad interim al fine di proclamare nuove elezioni libere e democratiche.
Ma un colpo di stato è impossibile: tutto l'esercito rimane fedele a Maduro, quindi l'unico modo per andare al potere è la democrazia.

Il Venezuela non merita questo, nessuno Stato lo merita. Cosa serve ai Venezuelani per liberarsi da questa dittatura?
Serve pazienza, forza e coraggio. E anche un aiuto dagli Stati esteri ancora troppo distanti e distratti.
Un grido si fa strada con vigore e orgoglio, l'orgoglio di un popolo ormai alla fame: viva il Venezuela libero!





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Davide Crudele


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